Negli ultimi due mesi, il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro statunitense è stato sorprendente. La scadenza delle misure di sostegno alle imprese predisposte dal Congresso potrebbe però alimentare una nuova fase di debolezza.
Con il Coronavirus Aid Relief and Economic Security Act (CARES Act) il Governo statunitense ha introdotto una pluralità di provvedimenti per attenuare gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria sull’economia: prestiti e sussidi per le aziende, potenziamento della rete di protezione sociale, misure di sostegno ai redditi personali. Uno degli strumenti di maggior rilievo per le piccole e medie imprese è il Paycheck Protection Program (PPP, letteralmente “Programma di Protezione delle Buste Paga”), con il quale sono stati destinati 670 miliardi di dollari alle aziende che impiegano meno di 500 dipendenti o che operano nei settori del turismo e della ristorazione.
Obiettivo prioritario dell’intervento è limitare le cessazioni di attività e tutelare i livelli occupazionali, ragione per cui i fondi erogati devono essere impiegati per pagare salari e stipendi, utenze e interessi su mutui e leasing. L’importo massimo ottenibile si calcola applicando un moltiplicatore di 2,5 al costo medio mensile del personale (con un tetto di centomila dollari per le retribuzioni individuali) e non può superare i 10 milioni di dollari.
Le risorse vengono assegnate in forma di finanziamento, con interesse dell’1% e scadenza a due o cinque anni a seconda che le richieste siano state presentate prima o dopo il 5 giugno. Tuttavia, il prestito può essere condonato se le imprese dimostrano di aver utilizzato almeno il 75% dei fondi per i costi del lavoro e di aver mantenuto organico e retribuzioni inalterati al termine del periodo di riferimento, fissato in 8 settimane (il PPP Flexibility Act del 5 giugno ha ridotto la quota minima da destinare a salari e stipendi al 60% e offerto la possibilità di prolungare il periodo di riferimento per la rendicontazione a 24 settimane).
Secondo i dati della US Small Business Administration (SBA), che amministra il programma con il supporto del Dipartimento del Tesoro, dal 3 aprile al 24 luglio sono stati erogati finanziamenti per 521 miliardi di dollari, che hanno consentito di proteggere 51 milioni di posti di lavoro (l’84% della forza lavoro nel segmento delle piccole/medie imprese). Senza dubbio, il programma ha contribuito in modo determinante al forte e inatteso miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro americano: dai massimi del 14,7% registrati in aprile, il tasso di disoccupazione è sceso all’11,1% in soli due mesi.
Non è possibile stabilire con certezza quanti lavoratori siano stati mantenuti a libro paga o riassunti con il solo obiettivo di soddisfare i criteri fissati per ottenere il beneficio del fondo perduto sui prestiti PPP. Tuttavia, i report del Tesoro indicano che oltre 130 miliardi di dollari di finanziamenti sono già stati condonati, il che significa che circa il 25% delle aziende ha esaurito i fondi e potrebbe essere costretta a ridurre l’organico. Secondo le nostre stime (frutto di un’analisi controfattuale sui dati pubblicati dalla SBA), circa 16 milioni di persone potrebbero perdere il posto di lavoro, 4 milioni fra luglio e agosto (il report relativo al mese di luglio sarà pubblicato il 7 agosto) e 12 milioni fra novembre e dicembre. Peraltro, gli imprenditori potrebbero essere indotti alla cautela dalle ripercussioni negative per la crescita derivanti dall’aggravarsi della crisi sanitaria, che ha reso necessaria la sospensione/inversione del processo di riapertura nell’80% del territorio USA, e dall’indebolimento degli stimoli fiscali.
Alcuni segnali di perdita di momentum della ripresa sul mercato del lavoro stanno già emergendo: una nuova indagine settimanale condotta dal Bureau of Labor Statistics da inizio maggio, l’ Household Pulse Survey, segnala un drastico calo dell’occupazione nel mese di luglio. Anche le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate nelle ultime due rilevazioni settimanali, per la prima volta da inizio aprile, e significativamente l’inversione di trend è stata guidata dagli Stati in cui l’epidemia sta imperversando. Altri indicatori (quali i dati sulla fiducia di imprese e consumatori) forniscono indicazioni più costruttive, e i rapidi mutamenti dei trend economici che caratterizzano questa fase provocano difficoltà di rilevazione e volatilità nel flusso di dati macro.
Tuttavia, quel che si può affermare senza timore di essere smentiti, è che il supporto governativo, senza precedenti per entità e tempestività, è stato fondamentale per sostenere mercato del lavoro e consumi. In quest’ottica, il probabile indebolimento di alcune misure (supplemento all’indennità di disoccupazione in particolare), che sembra emergere dalle negoziazioni sul nuovo pacchetto di stimoli in atto al Congresso, potrebbe lasciare il segno. La proposta repubblicana prevede anche un ridimensionamento degli aiuti alle piccole e medie imprese: il PPP sarebbe potenziato stanziando altri 190 miliardi di dollari e consentendo alle aziende di contrarre un secondo prestito, ma i criteri di ammissibilità diventerebbero più stringenti (imprese con meno di 300 dipendenti e calo minimo del fatturato del 50%). Il dibattito è ancora in corso, ma è probabile che il sostegno a imprese, lavoratori ed economia offerto dalla politica fiscale si riduca.
Mercato del lavoro USA – Household Pulse Survey
Fonte: elaborazione ANIMA su dati Haver Analytics, US Census Bureau.