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12.01.2024

Buone premesse, buoni propositi per l'anno nuovo

L’anno nuovo inizia sotto buoni auspici, sulla scorta del rally iniziato a metà autunno. A livello macro, ci attendiamo che crescita e inflazione continuino a rallentare, in maniera più accentuata in Area Euro che negli Stati Uniti, mentre in Cina la crescita sfiora il potenziale e l’inflazione risale molto debolmente. In questo contesto, la Fed abbandona l’approccio hawkish e apre a un aumento del taglio dei tassi nel 2024. A livello allocativo, riportiamo a neutrale la view sui governativi core e restiamo costruttivi sull’azionario dei Paesi sviluppati.

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Il 2024 si apre con la prospettiva di una crescita globale in graduale rallentamento, con l'Area Euro prima e gli Stati Uniti poi che attraverseranno una recessione breve e di lieve entità, mentre in Cina l'attività economica dovrebbe mantenersi su livelli leggermente inferiori al potenziale.

L'inflazione dovrebbe proseguire nel percorso di lenta decrescita nei Paesi Sviluppati (anche in questo caso, più rapida nel Vecchio Continente) e di fiacca risalita in Cina, sebbene non sia certo che i target fissati dalle Banche centrali verranno raggiunti entro fine anno. Proprio le Autorità monetarie sono state centrali nell'ultimo mese, con la Federal Reserve che ha anticipato l'intenzione di aumentare la portata del taglio dei tassi nel nuovo anno, mentre la Banca Centrale Europea vede ridursi il margine per lasciare i tassi inalterati e la Banca Popolare Cinese limita gli interventi al minimo necessario per mantenere la crescita a potenziale.

Alla luce di queste considerazioni, la principale variazione in termini di asset allocation riguarda il giudizio sulle obbligazioni governative core, che passa da positivo a neutrale, mentre sull'azionario conserviamo il giudizio costruttivo, specialmente nei mercati sviluppati.

Crescita.

 

Negli Stati Uniti prosegue il rallentamento dell'economia, ma in maniera graduale. Nell'ultimo mese del 2023, questa tesi è stata suffragata dalla pubblicazione di diversi dati: il contributo al Pil degli investimenti non residenziali è stato rivisto al rialzo, ridimensionando un potenziale rischio al ribasso nella decelerazione della crescita nel 2024, mentre la creazione di nuovi posti di lavoro ha nuovamente accelerato.

 Alla luce di questi fattori, restiamo convinti che la recessione non si paleserà prima della seconda metà del nuovo anno

In Area Euro, di fatto, siamo già in recessione, anche se si tratterà di un fenomeno lieve e di breve durata.

 

Inflazione

Negli USA, la disinflazione procede a due velocità: se le pressioni sui beni core al netto dei prezzi delle auto usate rientrano piuttosto rapidamente, quelle sui servizi restano più resilienti.  Nel complesso, l'inflazione USA appare in rallentamento, ma in misura inferiore all'Area Euro

Nel Vecchio Continente, infatti, a novembre l'inflazione è scesa più del previsto, sia nella componente headline che in quella core. Per la prima ci aspettiamo, dopo un temporaneo rimbalzo nel breve termine alla luce degli effetti base, un nuovo allentamento almeno fino ad agosto; per la seconda, invece, si registra un calo marcato e ben distribuito fra beni e servizi, per cui a novembre l’indice non destagion​alizzato dei prezzi al consumo è sceso per la prima volta sotto i livelli del 2022 (grafico). 





Per la Cina, il 2024 si prospetta come un altro anno di transizione: i problemi strutturali che ne affliggono l'economia sono lontani dall'essere risolti e la crescita dovrebbe stentare a mantenersi a potenziale. L'inflazione headline risalirà solo modestamente mentre l'indice core dovrebbe mantenersi su livelli circa sui livelli del 2023.

 

 

Banche centrali

Nella riunione di dicembre, Jerome Powell ha aperto per la prima volta con convinzione ad un taglio dei tassi di interesse, portando i dots per il 2024 a 75 punti base. L'avvio del ciclo di tagli potrebbe venire anticipato al primo semestre e forse già a marzo, ma restiamo convinti che l'allentamento complessivo sarà inferiore alle attese dei mercati. Nel complesso, la Fed sembra quindi piuttosto determinata nell'intraprendere un allentamento della stretta per raggiungere un soft landing, anche a costo di una certa stabilizzazione dell'inflazione.

La BCE ha espresso, nell'ultimo meeting del 2023, una retorica leggermente più hawkish delle attese di mercato, ma a nostro avviso Christine Lagarde ha uno spazio limitato per tenere il punto, poiché l'economia dell'Area Euro sta rallentando in modo importante e mantenere i tassi di interesse a questo livello non sarà facile.

La Banca Popolare Cinese, alle prese con un'economia a potenziale e con problemi strutturali, è restia a interventi drastici.​

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