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17.12.2024

Equilibri sottili

I dati recenti confermano le nostre aspettative di un “soft” soft landing negli Stati Uniti, mentre l'Area Euro continua a registrare una ripresa anemica. Il trend disinflazionistico prosegue su entrambe le sponde dell’Atlantico, supportando le politiche monetarie di Fed e BCE. In Cina, le prospettive dipendono da nuovi stimoli fiscali e monetari da parte delle Autorità e dall'impatto delle future politiche commerciali statunitensi. In questo contesto, manteniamo una visione neutrale-positiva sui mercati azionari e sui titoli governativi dei Paesi sviluppati



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Rispetto al mese precedente, il quadro economico e di mercato non ha mostrato evoluzioni significative, ma sono emerse nuove variabili che introducono rischi per lo scenario complessivo. Negli Stati Uniti, si conferma una fase di “atterraggio morbido" e una previsione di crescita robusta per il 2025. Il report sul PIL del terzo trimestre è stato solido, con una riaccelerazione dei consumi privati e il contributo del Governo.


In Area Euro, i dati recenti supportano una visione più cauta: si prevede una crescita positiva per il 2025, ma sotto potenziale. Il dato sul PIL del terzo trimestre è stato migliore del previsto, ma l'accelerazione è stata contenuta, con la domanda interna sostenuta principalmente da Spagna e Francia. Il settore manifatturiero è in difficoltà e il PMI composito è vicino alla zona di contrazione.


Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, non emergono novità significative: restiamo convinti che il trend disinflazionistico a livello core continuerà su entrambe le sponde dell'Atlantico, con le stime per il 2025 sostanzialmente allineate a quelle del consenso.


Con riferimento agli Stati Uniti, l'unica novità rilevante riguarda il mercato del lavoro, dove la domanda sta mostrando segnali di rallentamento. Sebbene la nostra previsione per il prossimo anno sia più ottimista rispetto al consenso, non ci aspettiamo una riaccelerazione.

 

In Area Euro, la normalizzazione dei prezzi dei beni core continua e gli indicatori suggeriscono che torneranno a stabilizzarsi sui livelli pre-COVID nei prossimi mesi.


In Cina, le prospettive di crescita dipendono principalmente da due fattori: il supporto delle Autorità tramite stimoli fiscali e monetari, e le future politiche commerciali dell'amministrazione Trump. A causa di una congiuntura ancora debole, la previsione di crescita per il 2025 è stata rivista al ribasso, con l'effetto degli stimoli che potrebbe richiedere tempo per manifestarsi, a differenza dei dazi trumpiani, che potrebbero entrare in vigore già nel secondo trimestre.

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Relativamente alle Banche centrali, ci aspettiamo che la Federal Reserve prosegua nel ciclo di tagli disinflazionistici, con cinque interventi di 25 punti base entro la fine del 2025, mentre la Banca Centrale Europea dovrebbe ridurre i tassi di 25 punti base in ciascuna delle cinque riunioni tra dicembre 2024 e giugno 2025; la Banca Popolare Cinese continuerà a supportare l'economia con stimoli monetari, prevedendo un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria e del tasso reverse repo entro la fine dell'anno, con altri interventi nel 2025.


Sul fronte delle raccomandazioni allocative, restiamo costruttivi sui governativi core, convinti che le valutazioni siano interessanti nel medio termine, mentre sui crediti conserviamo una posizione più prudente. Rimaniamo moderatamente positivi anche sui listini azionari dei Paesi sviluppati, in continuità con il mese precedente.

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Crescita


Lo scenario di base resta sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. In particolare, gli Stati Uniti continuano a registrare una fase di “soft" soft landing: confermiamo la previsione di una crescita più consistente nel 2025 rispetto alle stime di consenso. Il momentum positivo sembra destinato a proseguire anche nel quarto trimestre del 2024: l'indice ISM della fiducia delle imprese di servizi è salito significativamente negli ultimi due mesi (Grafico), e anche il sentiment dei consumatori mostra segnali di miglioramento.




In Area Euro gli ultimi dati sono stati mediocri e supportano la nostra linea di cautela ed una stima di crescita per il 2025 positiva, ma sotto potenziale. L'andamento degli indicatori di fiducia conferma la debolezza del momentum nel quarto trimestre. Il settore dei servizi è in leggera espansione e, viceversa, il settore manifatturiero mostra ancora fatica.

 


Inflazione


Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi negli Stati Uniti, l'ultimo report si è rivelato positivo. L'inflazione sui beni core, al netto della componente delle auto usate, ha registrato una variazione mensile significativamente inferiore al trend pre-COVID. Gli indicatori anticipatori e i dati di mercato suggeriscono che le pressioni inflazionistiche potrebbero continuare a diminuire nei prossimi mesi.


In Area Euro, la normalizzazione sul fronte dei prezzi dei beni core prosegue e il momentum dovrebbe continuare a stabilizzarsi intorno al trend pre-COVID nei prossimi mesi. Le pressioni sui prezzi dei servizi rimangono sostenute, ma dovrebbero allentarsi in misura più pronunciata dal primo trimestre 2025, per due ragioni principali: la progressiva moderazione delle pressioni salariali toglierà supporto alle componenti dell'inflazione più sensibili all'andamento del mercato del lavoro e molti dei fattori tecnici e idiosincratici che hanno distorto e gonfiato l'inflazione nel 2024 rientreranno nel 2025.


Per quanto riguarda la Cina, le prospettive di crescita dipenderanno da due fattori principali, ovvero: il supporto, tramite stimoli fiscali e di politica monetaria, da parte delle Autorità e dalle politiche commerciali che adotterà l'amministrazione Trump.

 


Banche centrali


La Fed è attualmente impegnata in un ciclo di riduzione dei tassi orientato alla disinflazione, e ci aspettiamo cinque interventi da 25 punti base entro la fine del 2025.


In Area Euro, la BCE dovrebbe ridurre i tassi di 25 punti base in ciascuna delle cinque riunioni previste tra dicembre 2024 e giugno 2025, portando il tasso di deposito al 2%.


In Cina, la Banca Popolare Cinese continuerà le misure di stimolo fiscale e allentamento monetario, al fine di massimizzare il supporto all'economia. Ci aspettiamo un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base entro la fine del 2024, con possibili ulteriori interventi nel 2025.


 


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