Overview – Allentamento in corso d’opera

Fabio Fois

Responsabile Investment Research & Advisory

03.07.2024

Overview – Allentamento in corso d’opera

Il gap fra il ritmo di espansione del PIL negli Stati Uniti e in Area Euro è in fase di riduzione: l’economia americana continua a crescere a un tasso superiore al potenziale ma il momentum sequenziale è in rallentamento, mentre quella europea sta guadagnando timidamente slancio. Infine, in Cina le autorità continueranno a calibrare gli stimoli in modo tale da mantenere la crescita su livelli prossimi al potenziale. Con riferimento alla dinamica dei prezzi, il flusso di dati più recente ha convalidato la nostra tesi che le sorprese al rialzo del primo trimestre siano state provocate da fattori tecnici e one-off: manteniamo la convinzione che il trend disinflazionistico a livello core si consoliderà nel secondo semestre, anche se in modo lento e non lineare



Il flusso di dati pubblicato negli Stati Uniti si conferma coerente con il nostro scenario base: l’economia americana non si sta surriscaldando, ma resta indirizzata verso uno scenario di soft landing molto graduale. Pertanto, con riferimento all’anno in corso, restiamo convinti che la crescita sarà in media superiore al potenziale, ma con il momentum sequenziale in rallentamento.


In Area Euro, la crescita del PIL nel primo trimestre ha sorpreso al rialzo e gli indicatori anticipatori lasciano presagire una prosecuzione dello slancio nel secondo trimestre. Pertanto, abbiamo rivisto lievemente al rialzo le nostre previsioni di crescita per il 2024, da 0,6% a 0,8%, sulla scorta del consolidamento del reddito reale, dell’allentamento della stretta monetaria e di un graduale miglioramento della domanda estera.


In Cina, ci aspettiamo invece che lo slancio registrato a inizio anno possa perdere vigore nel secondo trimestre, a causa del deterioramento delle condizioni della domanda e dell’offerta: pertanto, abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni per il secondo trimestre, complice una serie di dati più deboli del previsto. In prospettiva, ci aspettiamo che la crescita possa attestarsi su un livello prossimo al potenziale, grazie al sostegno delle autorità.


Con riferimento alla dinamica dei prezzi, l’inflazione core negli Stati Uniti ha sorpreso al ribasso per il secondo mese consecutivo, suffragando la nostra tesi secondo cui la forza del primo trimestre è in gran parte ascrivibile a fattori tecnici/straordinari. A maggio anche il paniere “supercore” ha subito una frenata considerevole. Restiamo convinti che i dati più recenti siano in linea con il nostro scenario base, secondo il quale, escludendo la componente abitativa, il momentum dei prezzi dei servizi core continuerà a rallentare nei mesi a venire, anche se difficilmente la debolezza recente potrà essere sostenuta.


In Area Euro, l’inflazione core ha sorpreso al rialzo nel mese di maggio, con il traino della componente dei servizi; ci aspettiamo che le pressioni sui prezzi continuino a moderarsi, sebbene sussista il rischio che le vacanze estive portino con sé una certa volatilità nei dati, specialmente nella componente dei servizi.


In Cina l’inflazione si è stabilizzata: la risalita dai minimi del prezzo della carne di maiale è stata controbilanciata dalla debolezza del dato sui beni core. Contestualmente, i prezzi alla produzione hanno accelerato al rialzo, segnando il primo dato positivo su base mensile. Il contesto di “zero-inflazione” sperimentato dalla Cina sta lentamente venendo meno, grazie al traino dei prezzi dei generi alimentari, ma i forti squilibri tra domanda e offerta continueranno a porre un tetto alla crescita dei prezzi al consumo nel 2024.

 
Con riferimento alle politiche monetarie, restiamo convinti che la Fed taglierà i tassi due volte nel corso di quest’anno. Il flusso di dati conferma il trend discendente dell’inflazione core, mentre, dietro dati sui consumi privati relativamente stabili, la qualità della spesa si va deteriorando.


Le nostre aspettative sule scelte della BCE sono state affinate; ci aspettiamo altri due tagli entro fine anno, a fronte dei due/tre attesi in precedenza, per una molteplicità di fattori: 1) il PIL del primo trimestre è risultato leggermente superiore alle attese; 2) l’inflazione dei servizi, pur continuando a evidenziare un trend discendente, sta per entrare in un periodo dell’anno volatile; 3) difficilmente la Fed inizierà a tagliare i tassi prima di settembre.


In Cina, prosegue il braccio di ferro tra una riaccelerazione “organica” dell’economia e l’intervento “inorganico” delle Autorità, che hanno reagito ai dati anemici sulla crescita annunciando nuove misure per il secondo trimestre, finalizzate a ridurre le scorte nel settore immobiliare. Questo è coerente con il nostro scenario centrale, secondo cui le autorità cinesi sono alla ricerca di un delicato equilibrio, volto a sostenere la crescita solo e limitatamente a quanto necessario per raggiungere l’obiettivo di un’espansione del 5%.




CRESCITA



Stati Uniti – Seguendo il flusso della corrente alternativa


I dati sull’attività economica relativi al mese di maggio lasciano presagire che il deterioramento dei fondamentali di crescita sottostanti, emerso in aprile, fosse con ogni probabilità esagerato. Infatti, le rilevazioni relative alla crescita diffuse finora sono apparse più robuste delle attese. In sintesi:


1) Il report sull’occupazione ha evidenziato un forte rimbalzo del tasso di creazione di nuovi posti di lavoro e delle retribuzioni. Il numero di nuovi occupati nei settori non agricoli è cresciuto di ben 272.000 unità, dopo il dato deludente, e rivisto al ribasso a 165.000 unità, di aprile. L’ultima rilevazione ha quindi portato la media mobile a tre mesi a 249.000, leggermente al di sopra dei 200.000 del trend pre-pandemico. I salari, al contempo, hanno fatto registrare un discreto incremento dello 0,6% su base mensile (che ha spinto il tasso annuo destagionalizzato a tre mesi al 6,0%, contro una media pre-pandemica del 4,4%).


2) A maggio, dopo il crollo a 49,4 punti di aprile, l’indice ISM del settore dei servizi ha segnato un rimbalzo a 53,8 punti, grazie all’impennata a 61,2 punti della sotto-componente dell’attività aziendale, in rialzo dal precedente crollo a 50,9 punti di aprile.


Il nostro scenario base rimane largamente invariato. Nel complesso, i dati disponibili appaiono coerenti con il nostro scenario centrale a doppia coda.


1) Nel breve periodo, restiamo convinti che l’economia USA non si stia surriscaldando, bensì stia proseguendo, seppur molto lentamente, verso un soft landing. Il flusso di dati indica che il circolo virtuoso tra un mercato del lavoro robusto e una spesa al consumo solida, risulta coerente con il nostro scenario centrale. Pertanto, confermiamo la nostra aspettativa di una crescita in media superiore al proprio potenziale per quest’anno, pur prevedendo una moderazione del tasso di espansione del PIL su base trimestrale a partire dal secondo trimestre.


2) Nel medio periodo, però, riteniamo che l’economia statunitense stia entrando probabilmente nell’ultima fase del proprio ciclo post-pandemico, per tre motivi:


i) Il ribilanciamento del mercato del lavoro lungo il lato dall’offerta prosegue, a conferma dello scenario di soft landing. La rilevazione JOLTS di aprile evidenzia come il rapporto tra offerte di lavoro e tasso di disoccupazione sia tornato al proprio valore tendenziale pre-pandemico (1,2), come già accaduto al tasso di assunzione (3,6%), licenziamenti (3,4%) e dimissioni (2,2%), valori nel loro complesso compatibili con una significativa riduzione del dinamismo del mercato del lavoro.


ii) Il settore dei beni e dei servizi commerciabili continua a evidenziare un andamento eterogeneo. L’indice del settore manifatturiero è sceso di altri 0,5 punti a 48,7 coerente, nella migliore delle ipotesi, con uno scenario di andamento laterale dell’attività industriale.


iii) La pubblicazione in seconda lettura del PIL del primo trimestre ha evidenziato come, dietro consumi privati relativamente stabili stanno emergendo due trend opposti, compatibili con una qualità della spesa in via di deterioramento. Dopo essere stati trainati dalle spese vive reali fin dal secondo semestre del 2022, i consumi delle famiglie sono stati alimentati sempre di più da categorie di spesa “figurative”, presunte senza che non avvenga alcuna transazione e non ci siano prezzi di mercato da osservare. Allo stesso tempo, il sostegno offerto dalla spesa in beni di prima necessità, compresa quella in generi alimentari (un altro pilastro della crescita dei consumi post-pandemica), si è notevolmente indebolito.


Lo scenario base di ANIMA. Abbiamo incorporato i dati sin qui diffusi relativi al secondo trimestre del 2024, per il quale ci aspettiamo una crescita trimestrale del PIL al 2,1% (in termini annui destagionalizzati) dal precedente 1,6%, rispetto all’1,3% del primo trimestre. L’accelerazione della crescita trova giustificazione nelle nostre aspettative di ripresa delle esportazioni nette, crollate nei primi tre mesi dell’anno, a fronte di un contributo della domanda interna generalmente invariato. Successivamente, ci aspettiamo una crescita al 1,4% per il terzo trimestre (dal precedente 1,5%) e al 1,4% in quello successivo (invariato rispetto alle stime precedenti), coerente con una crescita annua al 2,3%.



Area Euro – Modesta ripresa in corso

 
Un quadro “a strati”. La lettura definitiva del PIL del primo trimestre 2024 mostra come la crescita, dopo una recessione lieve e di breve entità, abbia acquisito un certo slancio. Il dato aggregato evidenzia come l’espansione della crescita nei primi tre mesi dell’anno sia stata trainata principalmente dalle esportazioni nette. Tuttavia, se escludiamo le distorsioni dovute all’Irlanda, la composizione sottostante del PIL si è dimostrata molto più robusta, poiché il dato irlandese ha evidenziato un brusco calo degli investimenti in capitale fisso dovuto a un crollo dei prodotti di proprietà intellettuale (IPP). Focalizzandoci invece sul nostro indicatore privilegiato sottostante alla crescita, le vendite finali ad acquirenti interni esclusi i prodotti di proprietà intellettuale, è possibile osservare una vera e propria accelerazione trainata da consumi privati, costruzioni (seppure aiutate da condizioni meteorologiche favorevoli) e investimenti in capitale fisso.


Miglioramento in vista. L’espansione più forte del previsto dei consumi privati e i sondaggi sull’attività economica incoraggianti diffusi nel secondo trimestre ci inducono a ritenere che la forza del primo trimestre non è stata solamente un fuoco di paglia. Grazie all’avvio del taglio dei tassi della BCE e alla continua riduzione degli effetti dello shock energetico riteniamo che il 2024 si configurerà come un anno di ripresa, seppur modesta, dello slancio di crescita.


I motivi sono diversi:


1) La crescita del reddito reale può sostenere ulteriormente i consumi. L’incremento del tasso di risparmio delle famiglie ha sin qui limitato l’effetto positivo sulla spesa. Secondo le nostre analisi, la prudenza delle famiglie riflette principalmente il calo della ricchezza reale, tassi sui depositi più interessanti e l’incertezza economica. Nei prossimi trimestri, tuttavia, ci attendiamo una normalizzazione del tasso di risparmio man mano che la ricchezza reale tornerà a crescere, di pari passo con l’allentamento della politica monetaria. L’incremento del reddito reale, inoltre, dovrebbe spingere al rialzo la fiducia dei consumatori.


2) Gli effetti negativi della stretta monetaria stanno venendo meno. Nonostante l’inasprimento delle condizioni finanziarie, le società hanno sorprendentemente evitato fasi di turbolenza, principalmente grazie a livelli apprezzabili di redditività, a livelli di indebitamento non eccessivi e un’adeguata capacità di onorare i debiti.


3) L’attività manifatturiera ha margini, seppur graduali, di miglioramento. Negli ultimi due anni l’attività industriale ha notevolmente sottoperformato a causa degli elevati prezzi dell’energia, di una domanda estera debole e dell’aumento dei tassi d’interesse. Con tutta probabilità, a nostro avviso, la produzione industriale è destinata a crescere rispetto ai livelli attuali grazie al venir meno dell’impatto degli alti prezzi dell’energia, al miglioramento della crescita a livello globale e all’allentamento delle condizioni finanziarie.


4) Domanda estera verso un graduale miglioramento. Diversi segnali indicano un possibile miglioramento della domanda globale. Le esportazioni di beni di consumo hanno segnato un recupero, mentre quelle verso la Cina sembrano mostrare segni di vita. In ottica prospettica, il settore estero continuerà a supportare la crescita dell’Area Euro, sebbene l’effetto degli scambi netti dovrebbe essere lontano da quello osservato nel primo trimestre del 2024 - in considerazione del fatto che il miglioramento sul fronte della domanda interna dovrebbe spingere al rialzo le importazioni, come avviene spesso in fasi di ripresa di produzione manifatturiera e investimenti delle imprese.


Lo scenario base di ANIMA. Fattorizzate le componenti finali relative al PIL del primo trimestre del 2024, abbiamo aggiornato le nostre stime di crescita per l’Area Euro, che dovrebbe attestarsi allo 0,8% su base annua dal precedente 0,6%. Nel corso del secondo trimestre, ci aspettiamo una crescita del PIL dello 0,3% su base trimestrale (dal precedente 0,2%), dello 0,4% (dal precedente 0,2%) e dello 0,4% (dal precedente 0,3%) nei due trimestri successivi.


 
Cina – Uno slancio in via di moderazione


Lo slancio economico interno dovrebbe stabilizzarsi, dopo il significativo miglioramento del primo trimestre. I PMI NBS e Caixin per il mese di maggio mostrano segnali di un indebolimento dello slancio economico nei settori manifatturiero, servizi e costruzioni, complice il venir meno degli effetti del Capodanno lunare. Una serie di dati sull’attività economica eterogenei (investimenti in capitale fisso e vendite al dettaglio) confermano che a maggio la crescita è rimasta fiacca e sbilanciata. Al contempo, i dati anticipatori ad alta frequenza di giugno restano in territorio lievemente espansivo.


Contestualmente, il commercio verso l’estero continua a sorprendere al rialzo. A maggio, le esportazioni hanno accelerato supportate dal forte momentum dell’export verso i G3 e dall’effetto base favorevole rispetto a maggio 2023, mentre le importazioni hanno rallentato, a causa del crollo dell’import di materie prime chiave. Tutto ciò considerato, per i mesi a venire ci aspettiamo un momentum degli scambi con l’estero sostanzialmente stabile.


La stabilizzazione del mercato residenziale richiederà tempo. Il pacchetto di misure di allentamento rivolte al settore residenziale annunciato il 17 maggio, (che consta di ulteriori misure di stimolo sui mutui e un nuovo meccanismo di rifinanziamento da 300 miliardi di yuan da parte della PBOC con l’obiettivo di sostenere l’acquisto di case invendute da convertire in alloggi pubblici), rappresenta un passo nella giusta direzione. Tuttavia, restiamo convinti che sarà necessario tempo prima che si verifichino una riduzione delle scorte nel comparto e una ripresa dei prezzi delle abitazioni.


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto, abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime di crescita del secondo trimestre al 4,8% su base annua dal 5,1% precedente, e successivamente al 5,2% nei due trimestri successivi, coerenti con una crescita annua al 5,1%.




INFLAZIONE


Stati Uniti – Processo disinflazionistico in consolidamento


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L’inflazione core ha sorpreso al ribasso per il secondo mese consecutivo. Da un punto di vista di politica monetaria, si tratta di per sé di una buona notizia: inoltre, i dettagli del report lasciano presagire un proseguimento del trend disinflazionistico anche per i mesi a venire. Alcune sotto-componenti volatili torneranno verosimilmente a salire, forse già a giugno, ma crediamo che i dati di aprile e maggio rafforzino il nostro scenario base secondo cui la forza del primo trimestre è dipesa da fattori tecnici/straordinari.


L’andamento dell’inflazione dei beni core rimane positivo. I prezzi dei beni e servizi commerciabili hanno evidenziato un lieve rialzo di 0,1 punti percentuali allo 0,0% su base mensile ma, escludendo le auto usate, i prezzi dei beni core sono scesi dello 0,2% su base mensile. In ottica prospettica, ci aspettiamo che questi ultimi continuino a oscillare attorno ai livelli tendenziali del periodo pre-pandemico, in linea con quanto suggerito dagli indicatori anticipatori, auto usate incluse.

I prezzi degli alloggi core, ovvero canoni di locazione delle abitazioni principali e affitti figurativi, hanno registrato un andamento laterale. Entrambe le componenti hanno evidenziato la stessa crescita su base mensile registrata nel mese di aprile. È tuttavia interessante osservare come la seconda sia stata pesantemente distorta dalle cifre provenienti dal distretto di New York, dove gli affitti figurativi hanno subito un’impennata dell’1,9% su base mensile. Si tratta non solo del rialzo mensile più consistente da gennaio 2018 nel distretto di New York, ma anche di un dato generalmente in conflitto con quanto osservato in altri distretti; pertanto, non si possono escludere criticità tecniche, e un eventuale calo già a giugno. Nel complesso, restiamo convinti che la disinflazione dei prezzi degli alloggi core si stia svolgendo secondo quanto indicato dai dati di mercato.


Al di fuori del settore degli alloggi la debolezza dei prezzi dei servizi è stata generalizzata, forse addirittura esagerata. Il CPI “supercore”, equivalente al PCE core dei servizi al netto degli alloggi, ha segnato un crollo allo 0,0% dal precedente 0,4% su base mensile, complici le variazioni dei prezzi di servizi di trasporto, servizi ricreativi e alloggi fuori casa. Nel settore dei servizi di trasporto, il calo è imputabile principalmente ai prezzi delle tariffe aeree (passati dal -0,8% su base mensile a -3,7%) e assicurazioni sui veicoli a motore (dall’1,7% su base mensile a -0,1%). Quest’ultima componente potrebbe rivelarsi alquanto volatile su base mensile ma, complice il secondo calo consecutivo, non dovrebbero verificarsi periodi di rialzi elevati. Inoltre, rileviamo come a maggio il nostro indicatore preferito dell’inflazione “supercore”, (indice supercore depurato dalle componenti volatili o soggette a difficoltà di stima, quali assicurazioni sanitarie, alloggi fuori casa e tariffe aeree), ha registrato un calo allo 0,1% su base mensile dal precedente 0,5%, segnando l’incremento sequenziale su base mensile di minore entità da gennaio 2021.


Anche i prezzi alla produzione sono risultati molto più deboli delle aspettative. Sulla base dei dati di CPI e PPI, la nostra stima per il PCE core a maggio è quella di una crescita dello 0,10% su base mensile dal precedente 0,25% di aprile; relativamente al PCE “supercore”, ci attendiamo un calo allo 0,12% su base mensile, dallo 0,27% di aprile.


In conclusione. La buona notizia che arriva dal CPI per il mese di maggio è che l’inflazione dei servizi ha mostrato segni di allentamento per il secondo mese consecutivo. Alcuni segnali preliminari evidenziano il proseguimento della discesa dei prezzi dei combustibili anche nel mese di giugno, e lasciano ben sperare in un altro incremento contenuto dell’inflazione headline nel prossimo report sul CPI. Con riferimento all’inflazione core, ci aspettiamo una nuova decelerazione dei beni core a giugno, poiché gli indicatori anticipatori lasciano presagire un calo relativamente alle auto usate (Manheim e JDPower), e una correzione al ribasso degli affitti figurativi (trainati dai dati di New York). Tuttavia, questa dinamica potrebbe essere parzialmente neutralizzata da un nuovo rialzo delle componenti di assicurazioni sui veicoli a motore e/o tariffe aeree. Infine, lo slancio disinflazionistico in altri ambiti dovrebbe proseguire.
Lo scenario base di ANIMA. Il nostro scenario base rimane invariato, fatto salvo per alcune revisioni al rialzo meccaniche della componente dei prezzi degli alloggi core (canoni di locazione delle abitazioni principali più affitti figurativi). Ci aspettiamo un CPI headline/core pari al 3,2/3,5% su base annua per il secondo trimestre 2024 (dal precedente 3,3/3,5%), e successivamente al 2,9/3,4% per il terzo (in linea con lo scenario precedente) e 2,9/3,3% il quarto (dal precedente 2,8/3,2%), coerenti con un tasso di crescita annuo per il 2024 pari al 3,1/3,5% (dal precedente 3,2/3,4%).



Area Euro – Convivenza tra volatilità e disinflazione



A maggio l’inflazione è stata più forte del previsto: il dato ha segnato un rialzo generalizzato, sia nella componente headline che core.


Ma l’attenzione del mercato era rivolta ai prezzi core. A giugno l’inflazione core ha sorpreso al rialzo dello 0,2% al 2,7%, accelerando addirittura rispetto a maggio e ponendo fine a un trend discendente ben consolidato, iniziato a luglio del 2023.


La sorpresa al rialzo di maggio è dipesa interamente dalla componente dei servizi. Il tasso di crescita dei prezzi di beni e servizi non commerciabili è salito al 4,1% dal 3,7% di aprile, superando la soglia già preoccupante del 4,0% registrata tra novembre e marzo.


Il nostro scenario base resta tuttavia invariato. Per i seguenti motivi:


1) Una quota significativa dell’incremento di 0,4 punti percentuali dell’inflazione dei servizi è dipesa da fattori tecnici/straordinari. Secondo le nostre stime, ipotizzando a maggio di quest’anno una crescita dei prezzi del trasporto combinato di passeggeri in Germania allo 0,0% su base mensile non destagionalizzato (come registrato ogni anno dal 2011 al 2021 e in linea con quanto avvenuto anche nel 2022) dal -26,6% del maggio dello scorso anno, circa metà (0,2 punti percentuali) dell’incremento dell’inflazione dei servizi nell’Area Euro può essere attribuita agli effetti base dovuti al “D-Ticket” tedesco da 49 euro. Pertanto, escludendo il contributo meccanico fornito dai prezzi del trasporto combinato di passeggeri in Germania, l’inflazione dei servizi aggregata dell’Area Euro sarebbe stata pari al 3,8% dal precedente 3,7% di aprile. In questo contesto, i dati completi in diffusione il 18 giugno saranno fondamentali per comprendere in maniera esatta quanta parte della forza dei servizi sia dipesa dalle componenti volatili e allo stesso tempo, valutare quanto sia momentanea la sorpresa al rialzo di questo mese.


2) Gli indicatori prospettici lasciano presagire ulteriore disinflazione all’interno del settore dei servizi.


3) Le pressioni sui prezzi dei beni core continuano a scendere e non siamo eccessivamente preoccupati per la recente perdita di slancio. I beni scambiabili hanno registrato un crollo negli ultimi 16 mesi, pertanto, un rallentamento del trend disinflazionistico è fisiologico e compatibile con i segnali forniti dagli indicatori anticipatori.


Lo scenario base di ANIMA. Abbiamo rivisto meccanicamente il nostro scenario base. Prevediamo un HICP headline/core al 2,6/2,7% su base annua per il secondo trimestre 2024 (dal precedente 2,4/2,6%), al 2,3/2,7% per il terzo (dal precedente 2,2/2,4%) e al 2,3/2,5% per il quarto (dal precedente 2,2/2,3%), coerenti con un tasso di crescita annuo per il 2024 del 2,4/2,7% (dal precedente 2,2/2,6%).​


 
Cina – In cerca di una strada verso la reflazione



Inflazione stabile a maggio. Il dato headline è rimasto invariato a un modesto 0,3% su base annua, complice l’ulteriore moderazione delle pressioni sui prezzi dei generi alimentari, nonostante il recupero del prezzo della carne di maiale. L’indice dei prezzi al consumo al netto della componente alimentare è sceso, poiché i tagli dei prezzi dei beni durevoli sono proseguiti senza soluzione di continuità.


L’inflazione core ha perso slancio. La crescita dei prezzi core è scesa allo 0,5% su base annua dal precedente 0,7% per la debolezza dei prodotti lavorati. L’inflazione dei servizi è rimasta invariata. Nei primi cinque mesi dell’anno l’inflazione core è risultata pari in media pari allo 0,7%, ampiamente in linea con quanto registrato nel 2023 (0,6% su base annua).


Il rallentamento dei prezzi alla produzione ha subito una moderazione. I prezzi alla produzione sono saliti a-1,4% su base annua dal -2,5% precedente, grazie all’allentamento del processo deflazionistico nei settori a monte della filiera, specialmente materie prime e prodotti finiti. Con tutta probabilità, l’effetto base in tali settori porterà nei prossimi mesi ad un ulteriore rallentamento della deflazione dei prezzi alla produzione.


Alle prese con uno scenario a “inflazione zero”. Il quadro complessivo sul fronte dei prezzi rimane decisamente fiacco: nei primi cinque mesi dell’anno, in media, l’inflazione headline è stata pari solamente allo 0,1% su base annua. Nel complesso, i prezzi dei generi alimentari stanno iniziando a stabilizzarsi grazie alla ripresa dei prezzi della carne di maiale, mentre il potere di determinazione dei prezzi di beni e servizi rimane scarso a causa di una crescita della domanda interna inferiore a quella dell’offerta. Sebbene a nostro avviso i prezzi al consumo continueranno lungo un trend rialzista, nel 2024 l’inflazione resterà bassa, complici i permanenti e significativi squilibri tra domanda e offerta.


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto confermiamo il nostro scenario base, e ci aspettiamo un’inflazione headline allo 0,3% su base trimestrale nel secondo trimestre (core 0,6%), 0,7% nel terzo (core 0,4%) e 1,1% nel quarto (core 0,7%).


 


 

NOTA: Approfondimento presentato in occasione dell’ultimo Comitato Investimenti, tenutosi il 19/20 giugno 2024. 


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