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15.07.2024

Un lungo ultimo miglio

La crescita USA perde momentum, mentre quella dell’Area Euro sembra riprendere forza e la disinflazione prosegue su entrambe le sponde dell’Atlantico. In Cina invece il quadro macro resta in chiaroscuro e la Banca Popolare Cinese si mantiene defilata. In questo contesto lasciamo pressoché inalterate le nostre raccomandazioni allocative, riportando alla neutralità l’indicazione sull’azionario nelle diverse aree geografiche.



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Due anni dopo l’avvio del ciclo restrittivo, anche la Federal Reserve è pronta a tagliare i tassi, mentre la disinflazione continua il suo percorso. Il traguardo sembra in vista, ma, come insegna lo sport, nelle gare spesso l’ultimo miglio è quello più lungo.


Sul fronte della crescita, il divario fra il ritmo di espansione del PIL negli USA e in Area Euro si sta riducendo: l’economia americana continua a crescere ad un tasso superiore al potenziale, ma il momentum sequenziale è in rallentamento, mentre la crescita europea prenderà un timido slancio nel secondo semestre. 


Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, nonostante le sorprese al rialzo del primo trimestre (dovute a fattori tecnici e one-off), la tendenza disinflazionistica a livello core si dovrebbe consolidare nel secondo semestre, sebbene lentamente e in modo disomogeneo.  In questo contesto, ci aspettiamo che sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea consegnino due tagli dei tassi ciascuna da qui a fine anno.


In Cina, ai solidi dati provenienti dal commercio con l’estero fa da contraltare la debolezza dei consumi interni. Nel complesso, però, l’economia resta gravata dai problemi del comparto immobiliare, che ci inducono a mantenere una linea neutrale.
A livello allocativo, l’unica novità riguarda il ritorno alla neutralità del giudizio sull’equity nelle varie aree geografiche. In ambito obbligazionario, permane la costruttività sui governativi core e sui BTP, con una nota di prudenza sui bond corporate.


Crescita


L’economia americana mantiene una crescita superiore al potenziale, anche se il momentum sequenziale è in rallentamento. Le prospettive variano a seconda dell’orizzonte temporale: nel breve periodo resta uno scenario di soft landing, ma nel medio termine l’economia dovrebbe entrare nella fase finale del ciclo post-pandemico.

Gli ultimi dati sul mercato del lavoro sottolineano il proseguimento del percorso di riequilibrio fra domanda e offerta, che ha quasi raggiunto i livelli pre-Covid. 


In Area Euro, il dato sul PIL del primo trimestre (ad esclusione dell’Irlanda) è stato migliore del previsto (grafico 1), spinto dai contributi positivi di consumi privati, investimenti e dalle esportazioni nette. I dati suggeriscono un prolungamento dello slancio nei prossimi mesi, con una stima di crescita superiore alle previsioni precedenti. 








Inflazione


Negli USA l’inflazione CPI core è risultata più debole rispetto alle previsioni e il momentum si orienta verso un ritorno alla media pre-Covid. Gli sviluppi sono costruttivi su tutte le componenti principali: la variazione mensile dei prezzi dei beni core è in linea con la media pre-Covid e si prevede un proseguimento della stabilizzazione. I prezzi dei servizi legati al settore residenziale dovrebbero proseguire la fase di allentamento, con fasi di volatilità. La variazione dell’indice supercore è crollata a maggio, con il traino dei servizi di trasporto, dei servizi ricreativi e degli alloggi fuori casa. Le pressioni salariali mostrano dati incoraggianti e il trend di moderazione dovrebbe consolidarsi. 


In Area Euro, la sorpresa al rialzo nel report sui prezzi di maggio (a livello sia headline sia core), a causa di una nuova accelerazione dei prezzi dei servizi, è dovuta a fattori tecnici e one-off e non interrompe la discesa dei prezzi sui servizi. La disinflazione sui prezzi dei beni prosegue.


In Cina si registra una divergenza fra la debolezza della domanda interna e la solidità del commercio estero. Il crollo dei prezzi delle case certifica le perduranti criticità del settore real estate. Le spinte deflazionistiche stanno perdendo forza. Le pressioni rialziste dovrebbero, comunque, venire contenute.



Banche centrali


Negli Stati Uniti, gli sviluppi costruttivi in materia di inflazione ci inducono a ritenere che la Fed taglierà i tassi due volte nel corso dell’anno (a settembre e dicembre). 

Anche dalla BCE ci aspettiamo due tagli di 25 punti base entro fine anno, seppur con un approccio graduale e attento alle mosse della Fed. 

La Banca Popolare Cinese dovrebbe limitarsi a tagliare il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base e il tasso di riferimento per i prestiti di 10 punti base, intervenendo solo in caso di necessità.







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