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21.03.2025

Azioni e reazioni

Negli Stati Uniti la crescita è in rallentamento, a causa dell'incertezza sugli effetti delle politiche di Trump e del deterioramento del mercato del lavoro, mentre in Area Euro resta anemica. Il trend disinflazionistico prosegue su entrambe le sponde dell’Atlantico. In Cina, la situazione macro è invariata, in attesa degli stimoli annunciati dalle Autorità. In questo scenario, restiamo moderatamente costruttivi sui titoli di Stato dei mercati sviluppati, mentre adottiamo un approccio neutrale sull’azionario

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L'incertezza generata dalle conseguenze dei dazi globali annunciati da Trump continua a esercitare una notevole influenza sui mercati globali, sui quali si è scatenata una forte ondata di volatilità. Nonostante le rassicurazioni, la mancanza di chiarezza sulle politiche commerciali crea un clima di preoccupazione tra consumatori, investitori e imprese. Questo contesto di incertezza ha portato all'annullamento di tutti i guadagni registrati dal mercato azionario statunitense dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza.


Crescita

Negli Stati Uniti i rischi al ribasso per la crescita sono in aumento, anche se i segnali di un rallentamento significativo restano limitati. L’indice ISM di fiducia delle imprese di servizi, indicativo dello stato di salute della domanda interna, ha mostrato un’accelerazione, rimanendo in territorio espansivo. La propensione al consumo resta elevata e il tasso di risparmio è storicamente basso

Nonostante questi segnali di resilienza, l’aumento dell’incertezza legata alle politiche economiche dell’amministrazione Trump rappresenta una preoccupazione crescente, con gli indici di incertezza che hanno raggiunto livelli record, in particolare per la politica commerciale (Grafico). Le ragioni principali per un aumento dei rischi al ribasso sono principalmente due: il calo della fiducia dei consumatori, che interessa tutte le fasce di reddito, e il deterioramento del mercato del lavoro, con il numero di nuovi posti di lavoro che, per il secondo mese consecutivo, è sceso al di sotto dei livelli pre-pandemici. 

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In Area Euro, il PIL ha registrato una crescita anemica dello 0,1% nel quarto trimestre del 2024 (escludendo l’Irlanda), con un indebolimento della domanda interna. Questo momentum mediocre sembra destinato a continuare nel primo trimestre del 2025: il sentiment di consumatori e imprese rimane dimesso e i dati dell’economia reale non mostrano slancio.

Le prospettive per la seconda metà dell’anno sono, invece, più costruttive. Inizieranno, infatti, ad essere implementati i massicci programmi di spesa per infrastrutture e difesa approvati in Germania, insieme al piano di riarmo europeo, anche se i benefici a breve termine saranno modesti.


Inflazione

Negli Stati Uniti, i dati di febbraio hanno confermato il consolidamento del processo disinflazionistico. Tuttavia, sia la Fed che il consenso si sono dimostrati più pessimisti sul raggiungimento dell’obiettivo. Nel dettaglio, l'indice supercore dei servizi non residenziali ha rallentato, e la variazione mensile dei prezzi dei beni core e dei servizi legati al settore residenziale si è allineata al trend pre-Covid.

In Area Euro, a febbraio, l'inflazione core ha registrato il primo calo da settembre, e l'inflazione sui servizi è scesa sotto il range 3,9%-4,1%, che perdurava da 13 mesi. 

In Cina, la situazione rimane sostanzialmente invariata: la crescita resta debole e sotto il potenziale, con la domanda interna rimasta anemica anche durante le festività del Capodanno Lunare. Le forze disinflazionistiche continuano a prevalere, con gli indici CPI headline e il CPI core entrambi scesi in territorio negativo a febbraio. 


Politiche monetarie

Manteniamo la nostra view secondo cui la Fed continuerà un ciclo di tagli disinflazionistico, sebbene con un approccio precauzionale e attendista. Nonostante il quadro macroeconomico abbia assunto connotati stagflazionistici, la stima mediana dei tagli attesi per il 2025 non è stata modificata

Nell'Area Euro, manteniamo la previsione di 3 tagli di 25 punti base da parte della BCE entro la fine dell'anno, rispetto alle aspettative di mercato che prevedono meno di 2 tagli. 

In Cina, la Banca Popolare Cinese continuerà a contrastare l'impatto negativo dei dazi con politiche di allentamento monetario











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